Sugar tax: come colpisce il mercato italiano

Nella legge di bilancio 2020 è stata inserita una delle tasse più discusse del governo Conte bis: la Sugar Tax.

In cosa consiste

La Sugar tax consiste di un’ aliquota fissa applicata alle bevande altamente zuccherate, circa 10 euro ogni 100 litri di bevanda.

La tassa viene già applicata in oltre 50 paesi, tra i quali l’Inghilterra che afferma: oltre il 50% dei produttori interessati dalla tassa hanno cambiato le loro ricette, diminuendo le quantità di zucchero.
La tassa in se sembrerebbe fatta per il “bene degli italiani“, per migliorare lo stile di vita. La tassa invece va a colpire medie e grandi aziende del settore che danno un grosso apporto all’economia italiana e creano occupazione per milioni di italiani.

Coca Cola ferma i piani occupazionali e blocca 49 milioni

La maggiore azienda produttrice di bibite gassate, Coca Cola, afferma che la manovra avrà un impatto di 160 milioni sui suoi prodotti (tra sugar e plastic tax). Il rischio è che essa debba chiudere uno degli stabilimenti di produzione italiani, lasciando senza lavoro migliaia di lavoratori.

Altre aziende come Fanta temono di doversi rivolgere all’estero per i rifornimenti di arance, rinunciando a quelle prodotte in territorio siciliano.

Anche San Pellegrino teme di dover rivedere i suoi piani e investimenti a fronte di un calo stimato del 14% sulla vendita di bibite e acque gassate.

Le conseguenze

Oltre ai posti di lavoro a rischio all’interno delle aziende produttrici, a subirne gli effetti saranno anche i produttori di materie prime, e i lavoratori del terzo settore dei trasporti e del commercio. In totale, secondo le stime, sarebbero a rischio circa 5000 posti di lavoro, che andrebbero ad aggravare il problema della disoccupazione italiana.

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