Un’azienda digitale. Più di un semplice gruppo

Gestire un insieme di dipedenti: l’esempio di un imprenditore

Come organizzare un gruppo di lavoro efficace e vincente? È la sfida che si è trovato ad affrontare Luca Prata, giovane imprenditore italiano, fondatore e CEO di LANGA Corp. L’obiettivo era organizzare un gruppo di dipendenti, basato su rapporti non solo di lavoro, ma che avessero alla base solide relazioni interpersonali. “Non volevo -racconta Prata- un gruppo che si incontrasse solo negli Studi, ma che fuori dall’orario di lavoro si comportasse in maniera diversa, quasi come se non si conoscessero tra di loro. In molte grandi aziende funziona così: fuori dall’orario di lavoro, ognuno per la sua strada. Il goal finale era quello di creare una squadra in cui tutti giocano per un solo obiettivo, favorendo la produttività e cementificando la base dell’azienda”. Semplice a parole, meno nei fatti.

L’idea principale è stata quella di partire da un motto non canonico, che vada al di là delle semplici frasi fatte. “Serviva qualcosa in grado di smuovere chi entra in LANGA, invogliando sempre al lavoro ben fatto ed eseguito con razionalità”, spiega Prata. “La frase designata per assolvere a questo compito è stata ‘Se vuoi, puoi’ – un motto che parla direttamente al dipendente, dandogli del tu, facendolo sentire parte del progetto e spingendolo a dare il massimo anche quando il percorso si fa intenso. Apparentemente sembra simile al classico ‘Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare’, ma noi giochiamo sempre, non solo nei momenti difficili, proprio per prepararci ad affrontarli al meglio delle nostre possibilità”. Il clou della filosofia aziendale pensata da Prata risiede però nella forza del gruppo, pensando che si possa lavorare meglio non pensando individualmente agli altri, ma alla collettività con gli altri. “Quello che punto a far capire ai miei dipendenti è che l’obiettivo finale non è banale lavoro. È necessario stabilire dei punti cardine, delle linee guida, perché ognuno dei nostri lavoratori creda veramente in quello che fa e non veda il suo posto di lavoro soltanto come una questione economica”. Un gruppo forte, secondo Prata, si solidifica col tempo, mostrando la compattezza che serve per raggiungere gli obiettivi: ogni dipendente deve essere consapevole di essere una parte fondamentale del gruppo, e se questo ha successo è dovuto anche al fatto che egli stesso ne è parte.

Qual è il ruolo del leader in tutto questo? Principalmente dare l’esempio. “La motivazione per i lavoratori inizia infatti ai ‘piani alti’ dell’azienda. Se il capo ha carisma ed ha sviluppato una leadership forte, i suoi dipendenti saranno portati ad ammirarlo, ad emularlo e a lavorare con maggiore dedizione per lui”. Per Prata, il vero leader non è solo una persona che prende decisioni ma è anche colui che sa ringraziare a tempo debito un collega o un suo sottoposto e lodare esplicitamente un lavoro ben fatto, infondendo sicurezza e fiducia nella squadra che ha, valorizzando e facendo emergere i talenti e i meriti dei singoli, ma sempre agendo in un’ottica incentrata sul lavoro di squadra. “Per un imprenditore, la più grande sconfitta è vedere perso o ignorare il talento di un proprio dipendente – afferma Prata – i membri di un team affiatato lavorano sempre per il bene del gruppo, è così che i talenti di ognuno fioriscono e contribuiscono al successo del team”.

Nel pensiero di Prata, la formazione e la trasparenza rivestono un ruolo fondamentale. Infatti, per motivare al massimo i propri dipendenti, un leader deve essere in grado di investire su di loro e sul loro percorso di formazione, in modo che sviluppino nuove capacità per evolvere la loro figura professionale. “Io penso che un lavoratore abbandonato a se stesso, al quale sono forniti strumenti insufficienti a svolgere il proprio lavoro, rischia di affrontare i propri compiti controvoglia e di essere meno produttivo perdendo così fiducia. Questo si rifletterà indelebilmente sul lavoro collettivo”. Se poi i dipendenti sono esclusi dalle decisioni principali di un’azienda, e ne vengono informati soltanto una volta prese, l’azienda e quindi il suo CEO danno a vedere di non preoccuparsi del peso che i propri dipendenti effettivamente hanno all’interno di essa. “Credo che il dialogo tra management e dipendenti sia fondamentale, perché più si è coinvolti nelle scelte che si prendono, più il gruppo resta unito. Per questo propongo ai miei dipendenti incontri e riunioni atti a capire le problematiche all’interno dell’azienda e scegliere il giusto approccio per affrontarle.”

Infine, Prata ricorda che il luogo di lavoro deve essere visto come un posto di felicità e non come una prigione. “Questo però anche nei fatti, e non solo nelle parole. Può sembrare un’utopia, ma nella mia testa è una priorità. Essere in grado di incorporare, ove possibile, gli interessi personali e le passioni del dipendente nel lavoro che svolge, lo spronerà a farlo con più entusiasmo e dedizione”, conclude Prata.

Il successo maturato da LANGA non è nient’altro che l’applicazione pratica di questo pensiero. Entrando in una delle sedi operative dell’azienda italiana è possibile cogliere da subito senso di unità e di gruppo, con dipendenti che, seguendo la visione di Prata, hanno saputo raggiungere traguardi a prima vista impensabili.